Manoscritto Pedini

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Lorenzo Cuppi
Il professor Lorenzo Cuppi, storico dell'Accademia del Tarocchino Bolognese

Bologna, 3 maggio 2000

Biblioteca dell'Archiginnasio, ms. Gozz. 140, 40v-55r.

Il manoscritto è il primo di una miscellanea di dodici volumi curati dal servita Carlo Vincenzo Maria Pedini. Il presente volume misura mm. 285x207 ed è composto di tre parti contraddistinte da indipendente numerazione autografa a penna: la prima parte, indicizzata nel primo foglio, non numerato ma indicato 1 nell'ultimo foglio, è composta dei primi 70 fogli. Il foglio 71, non numerato ma così indicato nell'ultimo foglio, è l'indice dei 42 fogli seguenti, numerati 1-42; i sei seguenti fogli, non numerati (ma il primo di essi è indicato 43 all'ultimo foglio), sono un indice dettagliato della terza parte del volume numerata 157-312. Il foglio 157 è così in realtà il centoventesimo.

Una mano moderna ha occasionalmente segnato a matita il numero dei fogli che risulta di 276 più il primo indice iniziale.

Alla triplice numerazione del manoscritto corrisponde la struttura dei quaderni, per cui è ipotizzabile che siano stati rilegati insieme quaderni di diversa provenienza.

La datazione della copiatura di questa prima parte è incerta: anche se f. 67v titola Nota dell'annue entrate delle Case nobili di Bologna nel presente anno 1744, f. 35v data 17 agosto 1746, sesto anniversario dell'elezione al soglio pontificio di papa Lambertini, un elenco dei benefici fatti fino a quella data da Benedetto XIV a Bologna. La redazione sembra dello stesso Padre Pedini. Al f. 32r l'ultimo seppellito nel cimitero dei cappuccini è morto il primo gennaio 1746. Le successive pagine 32v,33, lasciate vuote per completare l'elenco non sono state riempite. Difficilmente si potrà trovare un riferimento cronologico nelle successive parti dedicate a massime, etimologie, favole e simili, sempre che siano state composte negli stessi periodi. F 35v e f. 40 v appartengono allo stesso quinterno.

La datazione di questo manoscritto all'anno 1746 o poco successivo sembra plausibile. Tuttavia tutti gli altri volumi della Miscellanea devono datarsi almeno dopo il 1755. Il 17 agosto 1746 sarà dunque il terminus a quo della copiatura del manoscritto.

Nei primi tre quinti della pagina 40v è riportato lo stato delle anime della Città e della Diocesi di Bologna nell'anno 1741. Da esso si evince la gran quantità di sacerdoti per abitante: 1297 fra secolari e chierici, 1219 regolari fra sacerdoti, chierici e conversi, 60870 laici tra uomini, donne, putti e putte nella sola città. In diocesi c'erano 1228 secolari, 159 regolari e 169607 laici. Negli altri due quinti del foglio 40v comincia la Spiegazione del Gioco del Tarochino.

Anche da questo accostamento si evince il carattere multiforme degli scritti accostati dal padre servita in questi volumi.

[40v] Spiegazione del Giuoco del Tarochino


Lettor cortese

Eccoui il modo, col quale giocauano à Tarochino li nostri Maggiori che per passare l'hore oziose uirtuosamente l'inuentarono. Lo trouai non è molto trà diuerse scritture antiche, e però ue lo communico acciò siate prouisto d'ottimo maestro, ed io consolato in ueder giocare, come si deue. Siate allegro.

Del Giuoco del Tarochino

Questo giuoco si contiene tutto nelle seguenti regole, e Leggi diuise in Capitoli, e queste Leggi si deuono inuiolabilmente osseruare.

[41] Della quantità delle Carte Cap: I

Le carte, che si adoprano à questo giuoco sono in tutto 62, diuise in Tarocchi, Trionfi, Figure, e Cartaccie, cioè Tarocchi quatro, Trionfi dieciotto, Figure sedici, e Cartaccie uentiquatro.

Della qualità delle Carte Cap: II

Vniuersalmente parlando le Carti sono di due Classi, sono Trionfi, ò una delle quatro sequenze ordinarie di spade, Coppe, Bastoni, e denari, e ciascheduna rappresenta una cosa differente dall'altre, e deuono essere tutte della medesima stampa, e senza ueruna macchia, particolarmente nel rouerscio.

De Trionfi Cap: III

Tutti li Trionfi hanno diuerso nome, e diuerso significato, e sono li seguenti posti coll'ordine, col quale caminano trà di loro, cioè Angelo, Mondo, Sole, Luna, Stella, Saetta, Diauolo, Morte, Traditore, Vecchio, Ruota, Forza, Giusta, Tempra, Carro, Amore, quatro Papi, Bagattino, e Matto.

De Giochi, e Sequenze delle Carti Cap: IIII

Le sequenze, ò Giochi sono, Spade, Bastoni, Coppe, e Denari, e ciascheduno de detti Giochi hà dieci carte, e tutte della medema qualità respettiuamente, cioè Quatro figure, e sei Cartaccie; Le figure sono Rè, Regina, Cauallo, e Fante; Le Cartaccie sono sei, e sono dieci, noue, otto, sette, sei, et uno, che si chiama Asso

Dell'ordine delle Carte Cap: V

Frà le Carte ui è la sua maggioranza, ed'inferiorità; frà li Trionfi l'ordine è il medemo, che sopra si è assegnato. Frà gl'altri giochi il Rè precede la Regina, questa al Cauallo, e questo al Fante; Frà le Cartaccie nelli giochi di Spade, e Bastoni il n.° del più precede à quello del meno, ne giochi di denari, e Coppe, il minore uince al maggiore.

[41v] Auuertimenti

Ogni Trionfo ancorche l'infimo hà la maggioranza sopra le Carte de Giochi,


ancorchè fusse Rè, ò Regina. Le carti de quatro Giochi sono talmente, perche quella di un Gioco non hà punto relazione con quella degl'altri. Ne Papi non u'è ordine, solo che frà loro l'ultimo giocato uince il primo. Alcuni fanno, che con l'ordine de Papi caminano Amore, e Carro, ma è abuso da non tollerarsi, douendo il Carro prendere Amore. Il Matto ancorchè sia annouerato trà Trionfi, è però di questa singolarità, che sempre accompagna, ma non piglia le altre Carti, nemeno è preso da qualsiuoglia, e di più fà per Trionfo, e Cartaccia quando si accusano Trionfi, ò Cartaccie.

Del ualore delle Carte nel contare Cap: VI

Li Tarochi, che sono Angelo, Mondo, Bagattino, e Matto uagliono cinque punti per una nel contare.

Ogni Rè uale cinque punti anch'esso.

Ogni Regina quatro; ogni Cauallo trè, ogni Fante due.

Di tutte le altre ò siano Trionfi, ò Cartaccie ue ne uogliono quatro à fare un punto giocando in Partita.

Auuertimento

E' uero, che le Carte predette sono del ualore sud.°, ma s'intende quando sia ciascheduna accompagnata da altre trè Cartaccie, ò Trionfi, de quali à fare un punto ue ne uogliono quatro.

Che se darà il caso non ui siano Cartaccie, ma solamente altre figure, in tal caso da ogni figura si caua un punto di quello uale, fuorchè alla prima figura, alla quale non si leua; Per esempio ui è il Rè, Regina, Cauallo, et una Cartaccia, le prime due faria noue, si dice otto, le altre fariano trè, si dice due, così segnaranno dieci punti, che tutte accompagnate con Cartaccie fariano dodici.

[42] Delle Sequenze Cap: VII

Per Sequenza s'intende una sequella, ò sequenza di trè Carte almeno del medemo giuoco, ò di Trionfi, ò degl'altri giochi, supponendo sempre ui sia il Maggiore, cioè ne Trionfi l'Angelo, ne Giochi il Rè, come per esempio il Rè con due figure del suo gioco segnano dieci punti, con trè quindici, quando ui si aggiunge uno de Contatori, che sono il Bagattino, e il Matto segnano uenti punti, con tutti due uenticinque, e quando ui fusse anche l'Asso sariano trenta.

Così nella Granda l'Angelo con due Trionfi susseguenti segnano dieci, con trè quindici, e così sino al fine.

Auuertimento

L'Asso non entra in Sequenza, quando non ui fussero col Rè due figure, ò una almeno supplendo per essa il Contatore, per esempio il Rè, Regina, et Asso non segnano, ma se ui sarà il Contatore segnano quindici punti.

Circa la sequenza de Trionfi, ò Granda, che dir uogliamo, si deue auertire che mancando una delle prime Carte doppo l'Angelo nel contare, si dice fuori la tale, ò sia Mondo, ò Sole, ò Luna, non già più oltre si può dire il fuori, ma bisogna, ò ui sij


attualmente la Stella, ò altro doppo, ò sia supplita dal Contatore, ò contando la Granda, la prima mano si fà di Carte trè, e l'altre à due à due, e contando la Granda contano dieci punti per uolta, e se resta una Carta dispari, conta cinque.

Gl'Assi non entrano à fare Sequenza se non come sopra si è detto, ma quando sono almeno trè segnano dieci, e se sono quatro quindici, e se due con un Contatore dieci, e se tutti due li Contatori quindici, e così proseguendo, di modo che li quatro Assi con due Contatori segnano uenticinque.

Il medesimo ordine che gl'Assi, lo tengono li Papi. Chi hà più di due Sequenze raddoppia i punti, per esempio Vno hà trè sequenze [42v] di dieci punti l'una, ne segna sessanta, e così se di più punti, e più sequenze.

De Contatori Cap: 8.°

Come sopra si è detto, li Contatori sono due, cioè Bagattino, e Matto, questi nell'accusare s'uniscono ad ogni gioco, e sequenze, come pure s'è detto, ma nel porre assieme la Grande, ò sia Sequenza de Trionfi, bisogna auertire che quando si arriua à non poter prosseguire senza porre tutti due li Contatori uno dietro all'altro, all'ora è finita la Granda, ne si può più aggengere[1] il Trionfo, che seguirebbe, come per esempio, Vi è l'Angelo, Sole, Mondo, e Bagattino, et anco il Matto, se ui sarà il Diauolo non può entrare in numerata[2]. Il Matto poi hà questo priuilegio, che nel giocare accompagna qualsiuoglia carta, che sia giocata, et anche diffende dall'obligo di rispondere, come per esempio, Vno gioca Spade, l'altro può dare il Matto, ancorché abbi Spade in mano, e di più non si mette nel mezzo della Tauola, ma solo si mostra, e poi si ripone frà le sue prese. In oltre si può giocare solo anche da chi è il primo nel medesimo modo mostrarlo solamente, et il seguente giocatore liberamente gioca, come se fusse il primo. S'auerte, che quando si numerano i punti delle Carte, la parte, che hà il Matto è tenuta dare in luogo una Cartaccia, ò altra carta, ma non mai il medesimo Matto, se non nel caso del gioco marcio.

Della Pariglia Cap: VIIII

La Pariglia, ò Cricca altro non è, che auere almeno trè, ò quatro Carte di eguale condizione, e segnano come sciegue[3], cioè

Chi hà trè Tarocchi segna 16 punti, chi quatro 36

Chi trè Rè 17, chi quatro 34

Chi trè Regine 14, chi quatro 28

Chi trè Caualli 13, chi quatro 26

[43] Chi trè Fanti 12, chi quatro 24


Del Criccone Cap: X.°

Il Criccone uiene costituito da trè delle sud.e Pariglie, ò Cricche, ed'all'ora si raddoppiano li punti, per esempio Trè Tarocchi, Trè Rè, e Trè Regine segnano trà tutti 49, e perche sono trè Cricche, che fanno il Criccone ne segnano 98.

Auuertimento

Sebbene si dice trè Pariglie non è necessario siano per appunto ognuna di esse trè figure, basta che non siano meno, onde uno auesse quatro Tarocchi, quatro Rè e trè Regine hà maggior Criccone, e tanto più se quatro Pariglie, ò cinque.

Del Segnare li Punti Cap: XI

Quanto sopra si è detto delle Sequenze, delle Pariglie, e del Criccone, tutto s'intende preuedere nel segnare tanto auanti giocarsi le Carte di ciascheduno Giocator, quanto nel fine, cioè quando le Carte sono unite da medemi Giocatori per contare li punti di esse, caso però, che l'una delle parti non auesse rifidato[4], che all'ora non conta ancorche fusse Superiore de punti.

Del Segnare le Partite Cap: XII

Altro è il Segnar punti, altro è Partite; il segnar punti uuol dire, che doppo auere conteggiato quello, che si accusa prima di giocare (e cioè secondo il ualore delle Sequenze, ò pariglie accusate) e fatta la somma di essi punti, è necessario il porre auanti di se, ò del compagno tanti segni, siano Ferlini, ò Faue per quante sono le decine d'essi punti; auertendo che se doppo l'ultima decena, il numero arriua à cinque, ò più fà sempre decena intiera, come per esempio 15, ò 17 punti segnano sempre per 20, ma il 14, ò il 34 non segnano, che 10, ò 30, e così degli altri simili. La parte, che [43v] segna meno punti di quello, che accusa, non rifida, ma perde quei punti, che non segna, ma chi ne segna più di quelli, che accusa, rifida, e perde, e li punti, et il gioco quand'anco lo dasse marcio.

Nel caso poi, che tutti due li Compagni segnino li loro punti bene, all'ora non ui è male, ma se alcuno de compagni accusa per meno punti, e l'altro per più punti, e ciascheduno li segna giustamente, all'ora nel fine di tal gioco, se loro uincono, vagliono li meno punti, ma se perdono, la parte contraria può porre à suo fauore, il numero maggiore, anzi se uno delle Parti si scorda di segnare li suoi punti, in tal caso l'altra parte, che uince li tiene à mente, e li calcola à suo fauore nel fine, e pone in piatto tante partite; Ma quando la Parte, che hà scordato di segnare uince, non può conteggiare tali punti, mentre li hà perduti per non segnarli.

Circa poi segnar le partite, questo uuol dire porre nel Piatto, ò Tondino li segni delle Partite, che sono stabilite, ò per onoranza delle Pariglie, Sequenze, numero de Trionfi, ò Cartaccie, che si mostrano nell'accusare, ò per la presa del Mondo, ò Bagattino nel giocare, ò per anco fatti 500 punti, ed'altre centinara di più, ò per altri casi, come si dirà in appresso. Parimente la parte che hà uinto nel fine del


gioco per auer fatti più punti dell'altra parte, deue raccogliere da essi le Partite col conteggiare quante uolte il 25 entra nella somma di essi punti, e porre altrettante partite nel Piatto, con più l'onoranze, che le sono douute, ed aggiungerui altrettante partite, quante sono le decene, ò segni de punti accusati, e segnati da essa parte uittoriosa, e tutti quelli ancora, che auerà accusati la parte contraria. La Regola poi per le onoranze sud.e è la seguente.

Chi hà sul principio trè Papi pone à suo credito nel Tondino dieci partite, chi quatro, uenti partite.

Chi trè Tarocchi dieci, chi quatro venti.

Chie dieci Cartaccie dieci, chi undici 20, chi dodici 40, chi tredici [44] 80, chi quatordici 160 chi quindici 320

Il medemo si dice de Trionfi, e poscia si gioca il gioco come l'altre uolte essendo abuso fare il contrario.

Chi hà trè Rè 10, chi quatro 20

Chi hà trè Sequenze 10, chi quatro 20 chi cinque 30

Chi hà Criccone di trè Pariglie 10, chi di quatro 20 chi di cinque 30 ouero si costuma di porre per il Criccone uenti partite indistintamente.

Chi è il primo à porre partite nel piatto 20

Chi non uuol fare à Monte, e la uince 20

Chi è senza Trionfi 20 ma auendone scartati ne pone solo 10

Chi la uince auendola tenuta la parte contraria pone 5 partite.

Chi fà à monte quando dispensa le Carte ne perde 5

Chi piglia il Bagattino alla parte contraria, ne uince 5

Chi piglia il Mondo 5

Chi uince il gioco auendo la parte contraria tutti due li Contatori 10

Chi doppo il gioco numerati li punti aurà fatto 500 punti ne <ne>[5] pone oltre quelli, che si cauano da punti, partite 20; Chi seicento 30, chi settecento 40, chi ottocento 50 chi nouecento 60 chi mille 70 chi mille e cento 80

Chi fà cinquecento senza Angelo 10, chi seicento 10[6].

Chi uince il gioco marcio dourebbe raddoppiare li punti, e così il numero delle partite che uince, ma si prattica communemente di porre ducento partite nel Piatto, per tutti li punti, ed'onoranze, che ui possono essere, e gioco marcio s'intende quando non si fà alcuna presa in quel gioco da una delle Parti.

Della parola Sminchiate Cap: XIII

Questa parola io non sò, che in uerun altro discorso significhi cosa alcuna fuorchè in questo gioco, oue senza deriuazione alcuna uuol dire Giocate Trionfo, e per ordinario s'intende il Trionfo maggiore.


[44v] Del Battere Cap: XIIII

E' lecito nel gettar in tauola la Carta con la medesima mano, che tiene la Carta auanti di lasciarla, picchiare sù la medesima Tauola, ò sia in mezzo, ò da una parte, purchè doppo subito la ponga nel mezzo, e quando si batte in mezzo, uuol dire, ò significare auere la presa maggiore di quel gioco, ma se si picchia da una parte, uuol dire, che si hà la seconda presa.

Del Tirar indietro Cap: XV.

Quando uno non uuole, che il Compagno dia la presa maggiore di quel gioco, nel porre la carta in tauola, la tira un poco indietro, e poi la pone subito auanti con l'altre nel mezzo.

Dell'Aprir la Mano Cap: XVI

Vno uuol significare non auer più Carte di quel gioco, nel porre la Carta in tauola, apre la mano, ma non parla

Della Segretezza delle Carte Cap: XVII

La qualità di qualsiuoglia Carta siccome deue essere occulta in tutti li giochi di Carte, così in questo, perciò non si possono palesare in uerun modo, ne ingannare[7] ne in specie, ne con la uoce, ne con gesti, ne realmente, ne metaforicamente, ne à posta, ne per ballordaggine, ò per digrazia[8]. Siasi nel principio del giocare, ò nel fine, ancorchè con una sol Carta in mano, e principio s'intende il leuarsi, che si fà le Carte dalla parte contraria, sichè non è mai lecito palesare Carte, che per segnare li punti.

Del Silenzio Cap: XVIII

Questo è un gioco, che consiste quasi tutto nella memoria, e perciò è necessario il silenzio per non snerbarlo, e quando si dice silenzio, s'intende ripo= [45] so, onde non è lecito ad un Giocatore in tutto il tempo si giocano le Carte parola alcuna, altro che Sminchiate, però s'è inuentato di picchiare, battere, tirar indietro, e simili inuece di parlare, onde è abuso inuece di battere dire attualmente batto quì, inuece di tirar indietro la Carta dire, tiro indietro, e simili, che non dourà esser lecito per buona ragione di gioco. Molto più è proibito il strepitare col compagno brauandole[9], nemeno lodandolo onde assolutamente non si può dire parola alcuna, che sij spettante al gioco, non solo in particolare, ma nemeno in uniuersale.

Del Riffidare Cap: XIX

Auanti principiare à giocare, ogni giocatore dà parola implicitamente di giocare con le Leggi stabilite per il gioco del Tarocchino, ò di consuetudine della conuersazione doue si gioca, e quando ò per ignoranza, ò balordaggine non


l'osserua, si chiama rifidare, ciò è mancare di quella fede, e promessa fatta, e perciò deue soggiacere alla pena, qual è d'auer perso quel gioco, ne auere più azione in quello, ne di numerare qualsiuoglia punto, ma per lo più è in uso di porre li punti, che si sono segnati bene (cioè prima di rifidare) in confronto delli punti, che conta la parte contraria in fine di quel gioco, e se li punti accusati bene dalla parte contraria superano[10], si dice auer uinto la parte, che hà rifidato, e pone nel Piatto le partite, che importano essi punti, e le onoranze consuete, ma in qualsiuoglia altro caso non può contare, ed hà sempre perduto il gioco, ne può porre partite nel Piatto.

Del Modo di Giocare Cap: XX

Accordati insieme li Giocatori, siccome detto chi per il primo deue dispensare le Carte (queste mescolate siccome è lecito anche ad ognuno) le porge da leuare al giocatore, che gli stà alla sinistra, dippoi piglia quelle, che sono rimaste sù la tauola, e commincia à distribuirle cinque per ciascheduno, principiando dal giocatore, che hà alla destra, siccome ne piglia cinque per se, dippoi si ferma, e sente, che cosa dicono gl'altri giocatori, mentre il primo, che [45v] l'ha auute, deue dire A' Monte ouero La tengo, ò anche Non uoglio far à Monte, il che è l'istesso, ne altro può dire, come mandarla al Compagno, essendo abuso, e così faranno gl'altri. Ben è uero, che il compagno di chi dispensa le carte dice sempre A' Monte, che se il seguente giocatore dice anch'egli A' Monte, egli poi hà Ius[11] particolare di replicare ò à Monte, ò la Tengo, e non altro, e se tutti hanno detto A' Monte, anch'egli guarda alle sue, e dice coi fatti quello, che gl'altri hanno detto con la uoce, cioè se seguita à dispensare le Carte, è segno, che l'hà tenuta, se scuopre le Carte fà à monte, e rinunzia le carte al compagno susseguente, quale fà il medemo. Chi hà dispensate le Carte, ne scarta due ad arbitrio, purchè non siano Tarocchi, ò Rè, e le pone in disparte, dippoi dice Giocate, et allora, e non prima il Giocatore à mano destra, se hà punti da segnare, lo dice con la uoce, e pone in tauola le carte, che dice segnar tanto, e segna con li Lupini, ò altri segni i punti, ripiglia le carte, e poi ne gioca una ad arbitrio, e tutti gl'altri fanno il medemo col segnare, e poi rispondono con una Carta del medemo gioco ad arbitrio ponendola nel mezzo della Tauola. Caso non auesse di quel gioco, dà un Trionfo, se anche questo non auesse, dà un altra carta ad arbitrio, e chi hà gettata la carta superiore alle altre trè, le tira tutte auanti di se, e poi ne gioca un altra ad arbitrio, e così prosseguisce sino al fine, eccettuando solo la carta del Matto, quale si gioca come sopra.

Terminato di gettare le Carte in tauola, ognuna delle parti unisce le carte delle prese, che hà fatto, e si numerano li punti, e si uede chi ne numera più, e quella parte, che supera di un sol punto l'altra, questa è uincitrice di quello sono conuenuto à fare ad ogni partita, che uale 25 punti, ò in altro modo, supponendo


[46] sempre, che alcuno non abbia rifidato, che in tal caso la parte solamente che non hà rifidato numera li suoi punti, e l'altra non può numerare, auendo perso ogni azione, eccettuato il caso dei punti segnati bene, come generalmente è in uso.

Alcune regole osseruate da buoni Giocatori.

Altro è giocar bene, altro è essere buon giocatore; gioca bene chi osserua pontualmente[12] le Leggi sopra descritte; buon giocatore è quello, che sà uincere, ò almeno sà perdere al meno che sia possibile, e questo nasce dalla diuersità delle azioni di questo gioco, perche altre sono necessarie, altre arbitrarie; Chi ben si serue delle arbitrarie, quello hà uantaggio, e per lo più è il Vincitore, come per esempio, lo scartare due carte è cosa necessaria, ma quali Carte è arbitraria, e così giocar una Carta è essenziale, ma quale, è in arbitrio, così pure lo sminchiare, battere, e simili, sono tutte cose arbitrarie; ora il dar regola ferma di queste è impossibile per la uarietà delle Carti, quali uengono à Giocatori, e perciò sebbene alcune se ne assegnano, tutte sono alle uolte fallacissime. Vna regola sola ne trouo, quale assegno per massima infallibile, ed'è, che chi non hà buona memoria non sarà mai buon giocatore, essendo necessaria à chi uuol seruirsi bene delle cose arbitrarie, saper quali, e quante Carte sono per appunto[13] giocate. Ad ogni modo frà tante, che ui sono, ne assegnarò alcune, non perche siano osseruate, ma perche non sia mancheuole affatto questa mia fattica[14].

Circa lo Scartare

Frà l'altre regole si suol dare per lo più

Che non si scartano mai Regine, quando non fussero sole.

Che similmente non si scompagnano mai.

Che si scartano le figure.

[46v] Che si scarta di quel gioco, che se ne hà due, non quello di una.

Che non potendosi scartare à qualche gioco particolare, si scartano due figure d'altri giochi.

Che si deue scartare, e non fare le Cartaccie.

Che si deuono fare le Sequenze, e non scartarle.

Che si deuono scartar li Trionfi per restar senza.

Che auendo cattiuo, et auendo due Trionfi, che rompono la Granda, si scartano quelli.

Che auendo ottimo, è meglio non scartare in uerun modo.

Circa il giocar le Carte chi è il primo.

Che deue in principio giocare del più largo gioco

Che deue nel prosseguimento del gioco mandar una figura uerso il Compagno,


massime quando hà scartato.

Che non deue mai mandare la Regina, quando non auesse il compagno fatto un'accusata, che lo richiedesse, ò non credesse auer il compagno fatto passata, cioè ritenuto il Rè.

Che deue scoprire la scartata.

Che deue procurare di leuare li Trionfi alla parte contraria.

Che non deue mai cauarli al Compagno.

Che deue giocare di quel gioco, che hà segnato la parte contraria.

Che non deue mai per il primo giocare il Rè, se non teme il marcio

Quando hà cattiuo, non deue segnar punti.

Circa il Rispondere.

Che non si deue mai rispondere la prima uolta con la Regina.

Che sempre deue dare il Rè, quando però non auesse cinque, ò più carte di quel medesimo gioco, ò quando di tutti gl'altri giochi si fusse giocato fuorchè di quello.

Che deue rischiare una figura, quando non sà, oue sia il Rè.

[47] Che non auendo di quel gioco, nemeno Trionfi non deue mai rischiare un Rè, fuorchè ne casi disperati.

Circa lo Sminchiare.

Che non deue sminchiare, e far sminchiare senza il fondamento almeno di due Rè.

Che sebbene s'auessero quatro carte seguenti della Granda, quando non auesse altro di buono, non deue sminchiare, ne far sminchiare il Compagno.

Che se il compagno dasse ad un Rè quando auesse almeno sei Trionfi, essendo chiamato può sminchiare, che se poi[15] ridotto à pochi, ò non n'auesse altro che due non deue ubbidire.

Che sul principio quando uno hà sette Trionfi, può tirarne uno per iscuoprire paese.

Del Battere, e Tirare indietro.

Che sempre si deue battere ogni uolta, che si hà la presa di qualsiuoglia gioco, e Carta.

Che non si deue tirar indietro senza fondamento

Che il compagno deue sempre ubbidire, ancorchè ne auesse assai.

Per fine, che qualsiuoglia gioco arbitrario si puol fare ancorchè falsamente per ingannare la parte contraria.

Dichiarazione de dubbij, che possono occorrere

intorno ad alcuni dei predetti Capitoli.


Circa il primo Capitolo della qualità[16] delle Carti.

Dubio,[17] dispensate le Carti, si troua esseruene più ò meno delle 62

Risp: Se il male stà in una sol uolta, ouero in una sol carta, si termina come si puole quel gioco, e poi si gettano uia, se in più si gettano à Monte.

Dubio Chi hà dispensato le carte, che pena deue auere.

Risp: O che le carte erano nuoue, cioè la prima uolta adoprate, ò nò, se [47v] nuoue, ne piglia un altro mazzo, e le dispensa, ma se usate, hà persa la mano.

Dubbio, Se si trouasse uno auere una Carta di meno, e tutti gl'altri auessero il loro numero!

Risp: O' colui l'auisò auanti si giochino le Carte del primo Giocatore, ò doppo si è principiato à giocare, se prima, si troua la Carta ò nò, se si troua, la piglia qual si sia, se doppo, ouero nel fine hà rifidato, perche si presume, che la fraude uenga da lui.

Circa il Capitolo Secondo della qualità delle Carte.

Dubbio Si troua d'improuiso alla prima due Carti simili, come per esempio due Fanti di Spade.

Risp: Quando il male si uede che sia in una Carta, si tira auanti quel gioco, ma se doppo scoperto l'errore primo, si troua il secondo, subbito si getta tutto à Monte, e si piglia un altro mazzo di carte, come se all'ora si comminciasse, ma per lo più si costuma gettare tutto à Monte anche per un solo errore.

Dubbio Frà quelle due Carte simili, chi precede di quelle.

Risp: O' che si giocano insieme, ò disparte, se insieme la seconda uince alla prima, e la prima uà in luogo di quella, che manca, se si giocano disparte in diuersi luoghi, la prima ottiene il suo luogo, e la seconda diuenta come sopra si è detto, cioè uà in luogo di quella, che manca, ma è più proprio gettare tutto à Monte.

Circa il Capitolo XI del segnare li punti.

Dubbio Se due compagni segnassero i punti d'un solo?

Risp: Hanno rifidato.

Dubbio Se uno segnasse male, ò di più, ò di meno?

Risp: Se di più, hanno rifidato, se di meno, non si possono crescere.

Dubbio Sin'à quando possono correggere l'errore?

Risp: Sinchè egli non u'ha giocato sopra.

Dubbio Chi dicesse per esempio, segno 15 di Spade, e non le mostrasse?

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno doppo auer segnato troua altra Carta da segnare?


Risp: E' sempre à tempo, sinchè non hà giocato.

[48] Dubbio Vno osserua auer l'altro segnato male, sin quando può fare l'instanza?

Risp: Può fare l'instanza, quando il medemo u'hà giocato sopra, e può anche tacere, sinchè l'altro uuol fare il suo gioco, ed'allora deue impedirlo, che se lo lasciasse giocare, non è più in tempo.

Dubbio Vno hà segnato bene, poscia rifida, può nel fine numerare quei punti segnati bene?

Risp: Quei punti ancorchè segnati bene sono morti, non[18] auendo più quei giocatori ueruna azione à quel gioco, ma da alcuni si permettono per buoni.

Dubbio Vna parte hà rifidato, e l'altra non arriua à 25 punti, può ella uincere non arriuando alli 25?

Risp: E' uero, che si paga à pesi, ma però si gioca à chi fà più punti, onde quella parte sebbene non può porre sul Piatto, ouero farsi pagare quei punti, mentre non arriua à 25, può però farsi pagare, ouero porre sul Piatto le cinque della mano, e li segnati da compagni, e simili.

Dubbio Vno mostra alcune Carte, che segnano, s'accorge, che ue ne è una di più, che non segna, si scusa col dire essere quella, che uuole giocare (se fusse però il primo)?

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno mostra parte di Carte, che segnano, s'accorge errare, la[19] torna frà l'altre presso di se, dippoi tutte le ritorna con le altre sulla Tauola.

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno gioca un Rè, l'altro compagno seguente pensando l'abbi giocato, subbito risponde, l'altro dice auerlo mostrato non per giocarlo, ma per segnarlo, auendone trè, ouero essere capo di Sequenza.

Risp: Hà rifidato, poiché prima deue parlare, et acennare, che uuole segnare, e per proua della uerità, palesare sulla Tauola il gioco chiaramente, e segnar prima li suoi punti, e se alcuno non hà parlato può tornarle con l'altre, ne più è tenuto à mostrarle, ne con la uoce, ne con li fatti.

[48v] Circa il Capo XII del segnare le Partite

Dubbio Nel fine del gioco numerati i punti si pongono le partite nel Piatto, ma se si commette errore, quando si può correggere.

Risp: Sinchè non sono leuate le Carte per l'altro gioco.

Dubbio Vno hà mostrato, per esempio, trè Papi, sino à qual tempo può mettere le partite nel Piatto.

Risp: Sinchè non s'è coperta la presa della prima giocata.

Dubbio Se paresse alla parte perdente, che uno auesse posti più Ferlini nel Piatto di quello dourebbe?

Risp: Bisogna abbi pazienza, quando sia coperta la presa, ò se nel fine siano alzate


le Carte; ben è uero però, che questo succede, perché non s'osserua quello si dourebbe, che sarebbe non solo la parte perdente tenesse il Piatto de segni, e l'altra quello delle partite, onde quella inuece di denari pagasse con tanti segni, perche così si fà ne giochi di ualore, ouero obligare far uedere le Partite in tauola prima di porle nel Piatto.

Dubbio Vno hà scartato male, ma non sà, pone nel Piatto dieci partite per trè Papi per esempio, e poi si scuopre l'errore.

Risp: Si leuano le partite dal Piatto.

Dubbio Vno mostra per esempio trè Papi, e poi inuece di segnare dieci punti, ne segna quindici.

Risp: Hà rifidato, ma non deue leuare le dieci partite.

Dubbio Vno mostra, e segna auanti tempo?

Risp: Hà rifidato, perche deue aspettare, che il primo abbia giocato, la parte contraria però segna à suo conto quei punti, e leua anco quelle partite, che auerà posto nel Piatto.

Dubbio Vna parte hà il gioco marcio, e prima di giocare aueua segnato alcuni punti, si cerca, se li debba numerare, ò pure gettar à Monte. Il medemo si dice de segni segnati dalla parte perdente della mano, se è tenuta, quando ui fusse?

Risp: deue numerare tutti i punti, e tutte le Partite come se non fusse marcio, e ueduto quante partite sono farsele pagare il doppio del conuenuto, ouero non pagandosi all'ora porre altrettante nel Piatto, per esempio, Vna parte hà dato il gioco marcio, aueua prima segnato [49] 40 punti, questa deue prima pigliare tutti li punti, che dà il marcio tutto che sono 917, e per l'ultimo n.° 6, saranno 923, à questi aggiungerui li 40, che faranno 963, dippoi uedere quanti pesi, ò partite danno, e saranno 38, à queste aggiungerne le 60, che dà il 900, onde saranno 98, à queste per fine aggiungere le quatro de quatro segni delli 40 segnati, che in tutto saranno 102, et à queste 102 s'aggiungerebbe tutti li segni segnati dalla parte perdente la mano, e la Tenuta quando ui fusse, ma supposto che non ui fussero, che li 40 segnati da se non sono che 102 partite, e queste se le deue far pagare il doppio delle altre, per esempio se faceuano d'un Quatrino la partita, si deue far pagare in questo caso, perche è marcio la somma di 204 quattrini, ouero non essendo alla fine del gioco, deuonsi porre nel Piatto 204 partite.

Che li punti del Mazzo siano per appunto 917 si fà uedere così

        Per le quattro Sequenze                        n.° 120

        Per il Criccone di quatro Tarocchi                n.°   36

                                   di quatro Rè                        n.°   34

                                   di quattro Regine                n.°   28

                                   di quattro Caualli                n.°   26

                                   di quattro Fanti                n.°   24

        Per la Sequenza de Papi                        n.°   25

                                     degl'Assi                        n.°   25


                                     della Granda                        n.° 105

                                                                        ______

                                                                        n.° 423

                                                Si raddoppiano    ______

                                                e sono                n.° 846

        A questi si aggiungono li punti delle Carti        n.°   71

                                                Per l'ultimo        n.°     6

                                                Li segnati                n.°   40

                                                Sono in tutto        n.° 963

        Quali punti hanno pesi à 25 per uno        n.°   38

        Il 900 da 60 d°[20]                                        n.°   60

        Li quattro segnati                                        n.°     4

                                                Sono partite        n.° 202.

[49v] Dal qual caso si deduce, che se la parte uincente non auesse alcun punto segnato, non auerebbe uinto, che 98 partite, onde sul Piatto non ue ne auerebbe posto, che 196; sichè è abuso di chi per auerlo uinto marcio gli ne pone 200, anzi dedur si puole, che per auer segnato 40 punti hà uinto otto partite di più, cioè 204, ma come si è detto, molti pratticano porre le 200 partite per il Marcio, ò siano più, ò meno secondo li punti.

Circa il Capo XIII della parola Sminchiate.

Dubbio Auanti che uno abbi scartato, il compango del primo, che deue giocare, dice, tocca à uoi, Sminchiate.

Risp: Non conta, perche non hà Ius di parlare, se non doppo, che è scartato.

Dubbio: Vno uoleua chiamare à Sminchiare, ma giocò troppo presto, onde lo sgrida, perche uoleua chiamarlo à sminchiare.

Risp. Hà rifidato, essendo chiara la Legge

Dubbio Vno pensa, che tocchi al suo compagno à giocare, e non è uero, e dice Sminchiate.

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno è il primo, mostra dieci Trionfi, e simili segna, e pone le carte con l'altre, il Compagno, che hà uedute quelle Carte, dice, Sminchiate.

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno alla parola Sminchiate aggiunge Forte, ò allegramente.

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno sottouoce dice Sminchiate, forse per dire, che muti gioco.

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno grida Sminchiate, Sminchiate

Risp: E' lecito, purchè non ui aggiunga alcuna parola, e non lo dica sottouoce.


Circa il Capitolo 14, 15, e 16 del Battere.

Dubbio Vno batte, et in oltre dice batto quì, batto forte

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno batte col pugno doppo giocata la Carta.

Risp: Hà rifidato.

[50] Dubbio Vno batte con la Carta, come si deue, ma da una parte.

Risp: E' lecito, purchè non lasci là quella Carta, ma la ponga nel mezzo.

Dubbio Vno gioca una Carta, poi ui picchia con un dito, e ui fà cenno.

Risp: Sempre hà rifidato.

Dubbio Vno gioca una Carta, e la tira indietro

Risp: E' lecito, purchè subbito la rimandi nel mezzo.

Dubbio Vno batte, e poi apre la mano.

Risp: Hà rifidato, perche non puol fare se non un gioco alla uolta

Dubbio Vno dice al Compagno, è mia.

Risp: Hà rifidato.

Dubbio Vno domanda, di chi è?

Risp: Chi gli risponde, rifida.

Circa il Capitolo XVII della Segretezza.

Dubbio Vno guarda alle Carte del giocatore contrario

Risp: E' lecito, purchè non moui la persona apposta.

Dubbio Nel dispensare le Carte ne riuolta una in sù ouero nel dispensarle se ne ritroua una in sù.

Risp: Sempre hà rifidato.

Dubbio Mentre si dispensano le Carte uno esagera le sue disgrazie

Risp: Sarebbe troppa crudeltà negar ad un afflitto il sfogarsi, purchè non uenghi alla specificazione delle Carte, ne in genere, ne in specie.

Dubbio Vno dimanda al compagno, auete uoi buono, ò cattiuo, e simili

Risp: Se risponde, hà rifidato.

Dubbio Vno dice, da baratto.

Risp: Il barattare si concede per ischerzo, ma se il Compagno dice, non uoglio, ò fate quello che uolete, e simili, hà rifidato.

Dubbio Vno si troua auer buono, e dice, non più, e simili.

Risp: Se apre bocca per mostrare allegrezza, hà rifidato.

Dubbio Vno nel fine dice, sono tutte mie.

Risp: O' le mostri, ò non le mostri, ò siano, ò non siano tutte sue, sempre hà rifidato, perche se non lui, il compagno poteua rifidare.

Dubbio Vno nel alzar le Carti ne mostra una, ò più.

[50v] Risp: Perde cinque partite, ne più leua, ma di nuouo mescolate si dispensano senza leuarle.

Dubbio Vno mostra le Carte per segnarle, e dice al Compagno, guardate come stanno, auete osseruato.


Risp: Hà rifidato.

Dubbio Casca di mano ad uno una Carta in Tauola.

Risp: Sia apposta, ò per disgrazia, hà rifidato.

Dubbio Vno chiama il Compagno à sminchiare, et egli risponde, se non ne hò, uolete, che io sminchi? e simili.

Risp: Hà rifidato, può però rispondere, non uoglio sminchiare.

Dubbio Vno, per esempio, mostra un Rè per segnare, nel progresso del gioco per balordaggine quel Rè gli cade in tauola.

Risp: Hà rifidato, benchè già l'auesse mostrato.

Circa il Cap: XVIII del Silenzio.

Dubbio Vno perche hà cattiuo, ne punto applica al gioco, ne fà, che romper il silenzio, ò con Giocatori, ò con Spettattori.

Risp: Di già dice la Legge, che parlando del Gioco abbia rifidato, ma perche auendo cattiuo poco importa à lui la pena del rifidare, si stabbilisce, che doppo la prima uolta, che hà rotto il silenzio con cosa pregiudiziale, che fà rifidare, auisato da giocatori à tacere non tace, ogni uolta perde dieci partite, il medemo si dice, quando comminciasse alla prima à discorrere di uarîj negozi, come di Nuoue, e simili

Circa il Cap: XX del modo di giocare.

Perche questo Capitolo contiene molte Leggi trà di loro disparate, tratteremo di tutte specificatamente.

De Giocatori.

Dubbio Se li giocatori non s'accordassero trà di loro nella Compagnia.

Risp: O' con le carte, ò con altro modo ad arbitrio, si possono accompagnare.

Dubbio Non s'accordano, ne fanno discorso di quanto facciano la Partita, onde quando sono al fine per pagare, nasce controuersia.

Risp: Il dubbio è scabroso, ad ogni modo si rissolue, che abbino giocato [51] del meno, che è in uso à farsi in quel paese, ò Luogo oue giocano.

Dubbio Vn giocatore uiene chiamato, ne più torna, gl'altri sono necessitati abbandonare quel gioco, se quello che è partito fusse perdente, chi hà da pagare per lui.

Risp: Questo dubbio suppone, che non siano accordati trà di loro li Giocatori, che quando s'intendesse con l'altro, non u'è controuersia, il che non essendo, si dice, che quando li Vincitori, uolessero essere ciascheduno pagati da quello, che è restato, non essendo maggior ragione d'uno, che dell'altro, sarebbe obligato pagare per l'altro, e farsi creditore con quello, essendo obligati tutti in solido.

Dubbio Quanto s'hà da aspettare un Giocatore, che sia partito per qualche bisogno, e sia incerta la sua tornata.


Risp: Quanto possa sentir un'Ambasciata, se tarda di più, la parte che uince commanda ad arbitrio, e può se uuole tutto à Monte, ò aspettare per finire il gioco.

Dubbio: E' se uno partendosi uolesse dar le sue Carte ad uno de Spettattori.

Risp: Se la parte contraria si compiace, può farlo, e solo s'intede quel gioco, e non più, quando non ui usse patto espresso in contrario

Dubbio Vno per rabbia straccia le Carte.

Risp: Se ciò fà mentre si gioca, e le partisca in due parti, hà perso il gioco marcio, se poi le taglia solamente, ne deue pagare in pena un mazzo nuouo, siccome facesse doppo giocate le Carte, ancorche per regola come nel Cap: XX potesse dire, ne uoglio un mazzo delle nuoue.

Di chi dispensa le Carte

Dubbio Vno fraudolentemente fà leuare le Carte, non toccando à lui

Risp: Se l'altro leua, sono ben leuate, se non leua, le dispensa quello à chi tocca.

Dubbio Se uno senza mescolarle le dasse à leuare

Risp: Se colui le leua, sono ben leuate.

Dubbio Vno inuece di leuar le Carte, le riuolta in sù.

Risp: Di nuouo si mescolano, ma facendo così la seconda uolta, colui non le fà più leuare.

Dubbio Vno uuole mescolarle non una uolta, ma più uolte.

[51v] Risp: Tutti le possono mescolare, ma una sola uolta.

Dubbio Se chi le dispensa le dasse per salto?

Risp: Se essi se le sono riuolte alla faccia, e chi n'ha dieci, ne deue auere, per esempio quindici, essendo l'errore in più d'una, si fà à Monte, e chi dispensa le Carte hà perso uenti partite, se non se le sono riuolte, è ad arbitrio della parte contraria far ciò, che uuole, cioè giocare, ò nò, e sempre chi dispensa, hà rifidato.

Dubbio Se alcuno non s'accorgesse dell'errore fuorchè quello, che le dispensa.

Risp: O' auisi auanti giocare, ò doppo giocare, sempre hà rifidato.

Dubbio Vno nel alzare le Carte, ne mostra qualcheduna.

Risp: Di già sopra si è detto, sia rifidato, onde di nuouo si mescolano, e senza leuarle, si dispensano.

Dubbio Se ne cadessero sulla Tauola, ma non si scoprissero?

Risp: Quelle sono le prime à dispensarsi.

Dubbio Vno doppo auere dieci Carte dice, à Monte.

Risp: Hà rifidato, perche il gioco per Legge non amette, che in cinque, onde palesa le sue Carte.

Dubbio Chi fà la scartata le confonde con l'altre.

Risp: Hà rifidato ogni uolta le confondesse.

Dubbio Vno dice, auere scartato Trionfi, e non è uero.

Risp: Hà rifidato, ed'in oltre deue leuare le Partite dal Piatto, ne perde dieci, e nel


fine li giocatori possono farsi mostrare la scartata.

Dubbio E se scartasse una carta da cinque punti.

Risp: Hà rifidato, e la Carta uà alla parte contraria.

Dubbio Sin à quando può mutar la Scartata?

Risp: Sinchè non hà detto, Giocate.

Dubbio E se doppo auer detto hò scartato, dicesse, Fermateui

Risp: Non è più à tempo.

Circa il modo di giocare.

Dubbio Vno gioca una Carta alla rouerscia sù la Tauola?

Risp: O' à posta, ò per disgrazia, è come fusse giocata, e si scuopre.

[52] Dubbio Chi principiasse à giocare auanti fusse scartato?

Risp: Hà rifidato, e se uno ui risponde, anch'esso hà rifidato, onde si fà à Monte, essendo abuso giocar coperto.

Dubbio Vno promette Spade, per esempio, e poi gioca Bastoni!

Risp: Non è errore promettere una Carta, ma non osseruando poi la promessa, ò auendo, ò non auendo di quel gioco, hà rifidato.

Dubbio Vno pensa si giochi Spade, et è Bastoni, piglia Spade per rispondere, auanti ponga la carta in Tauola, si ferma, e la uuole ritornare con l'altre in mano per pigliar Bastoni.

Risp: Se la Carta è ueduta dalla parte contraria, che dica, Giocatela, perche è la tal Carta, hà rifidato, perche è ben giocata.

Dubbio E se ueramente non fusse quella tal Carta, che dicono

Risp: Basta, che non abbino errato in genere, per esempio, hanno detto, che è Bastoni, siasi poi figura, ò Cartaccia, che se per realtà è Spade, e non Bastoni come hanno detto essi poi hanno rifidato.

Dubbio Vno rifida dando un Trionfo per una Cartaccia, per esempio, di chi hà da essere per quella Carta?

Risp: Per regola generale ui è, che la Carta che rifida è della parte contraria, e se quella hà tirata la presa, tutta la presa è della parte contraria.

Dubbio Vno doppo rifidato s'accorge dell'errore, e l'accusa.

Risp: Deue dire specificatamente l'errore, e tutti sono tenuti mostrare le loro prese, per uedere le uerità, che se si troua mendace, perde dieci partite, e questo si fà, perche uno per uedere le Carte giocate tutte, per certo suo fine, non ricordandosi, potrebbe sempre dire ogni uolta uolesse, il tale hà rifidato, per uedere le Carte.

Dubbio Vno dice non uolere più giocare con quelle Carte.

Risp: Se hanno principiato con Carte nuoue, se ne può pigliare un Mazzo, e pagarlo lui, ma se con usate, tutti sono tenuti per la sua parte.

Dubbio Vno dice perdere con le Carte nuoue, e uolere le uecchie

Rispo: Quando si è principiato con Carte nuoue, non si può più giocare con le Carte uecchie.


Dubbio E se uno uolesse sempre Carte nuoue.

Risp: Oltre il primo Mazzo, tutte le altre le deue pagare lui solo, onde così è lecito stracciar le Carte.

[52v] Vno sdegnato getta le Carte in Tauola, e parte.

Risp: Hà perso il gioco marcio.

Dubbio Vno doppo auer rifidato una uolta, gioca alla peggio dicendo frà se, à peggio non poter venire

Risp: La seconda uolta che uno rifida, perde dieci partite, la terza uenti &.

Doppo sciolti li dubij antedetti secondo il rigore delle Leggi, è necessario per ultimo auuertire, che doue non si gioca à rigore, deue osseruarsi piutosto nel decidere tanto le rifidature, quanto ogn'altro caso qual sia, la consuetudine della Conuersazione, ò Casa doue si gioca, mentre è in arbitrio de giocatori d'ogni conuersazione, e luogo il concordare di giocare con minor rigore, e permettere della libertà, come per esempio, che si faccino li giochi tutti anche con la uoce, che non rifidano, che le carte da cinque, e Regine, e della Granda, ò la carta, che all'ora è battuta, e cose simili, di modo che questa consuetudine così introdotta e pratticata seruendo per Legge, e questa dourà tenersi in molti degl'accidenti, e dubij, che accaderanno.

Fine

Capitoli da osseruarsi senza replica da chi giocarà

à Tarocchino stampato in foglio aperto.

Primieramente si auertisce ciascuno à stare con ogni rispetto, e modestia, ed'ossequiarsi l'un l'altro, essendo la Conuersazione fatta per passare le hore con allegria, per essere il gioco de Tarochini il più nobile, e diletteuole per ouiare à diuersi litigij, che seco porta Si sono stampati li presenti Capitoli da osseruarsi da chi giocherà, ed'alli quali si debba riccorrere in ogni caso, applicandoli conforme gl'accidenti, che occorreranno.

2.° se nel dar le Carte si scoprisse per accidente qualsisia Carta non s'incorri in pena alcuna.

3.° Chi dirà à Monte in cinque carte, ò in dieci, non debba uoltarsi l'altre alla faccia, prima che sia rissoluto il sì, ò il nò di fare à Monte, altrimenti non conterà.

4.° Chi dirà à Monte, non possi soggiungere al Compango altro, che dire, hò cattiuo, fate à Monte, ò regolateui con le uostre, senza mostrare le Carte, e chi dirà di uantaggio, non contarà.

[53] 5.° Chi darà male le Carte, non contarà, e dourà scartarne due, e seguitare il gioco, ma se mancasse una Carta, ò più nel mazzo, quale fusse per terra, ò in altro luogo, debba quello, che farà le Carte tornarle à rifare, mentre se ne accorga, altrimenti non accorgendosene, e giocando il gioco non contarà.

6.° Chi aurà detto auer scartato, non possi fare altra scartata.

7.° Chi chiamerà à sminchiare il compagno, e non toccando à lui à giocare, non


conta[21].

9.° Si proibisce il dire Chiate, ma solo si dourà dire Sminchiate, altrimente non conta[22].

10 Chi guardarà alla scartata del Compagno, non contarà.

11 Che nessuno giocato che aurà la sua Carta, e fatto il suo gioco, non possa più parlare, mentre però il contrario u'abbi giocato sopra, altrimente se dirà altro, non conterà.

12 Chi darà le Carte, e uedendo le sue cattiue, le schianterà, sia quello obligato alli Contrarij fargli buono il gioco marcio.

13 Che in alcun tempo non possi fare se non un solo gioco, come per esempio, uno giocando tira à se la Carta, e poscia le batterà sopra, dirà Sminchiate, e poscia repplicarà, non mi date fastidio, non state per me & altrimente chi contrauerrà, non conterà.

14 Per uietare ogni inconueniente, e sfuggire ogni litiggio, che potesse accadere nell'accusare punti, dourà quello che accusarà, porre sulla tauola le Sequenze, e tutto quello, che uorrà segnare, altrimente non se li farà buono cosa alcuna; come gl'auerà posti in Tauola non sij più obligato, anche richiesto, di dire cosa alcuna abbi accusato.

15 Chi nell'accusare Sequenze, e segnare punti mostrarà qualche altra Carta di qual si sia sorte, non contarà.

16 Chi segnarà più punti di quello, che auerà accusato, non contarà.

17 Chi mostrarà le Carte, credendo che siano tutte sue, e che non siano, non conta[23].

18 Se due Compagni ambi segnassero li punti, che aueranno accusati, si debba pigliare li manchi segnati.

19 Nel giocare la Carta, quando quella sarà spiccata dalla mano, non possa ripigliarla indietro.

20 Chi farà le Carte, e non tocchi à lui, come saranno leuate, ò dal contrario sarà detto, le dia debba seguitare à darle.

[53v] 21 Che si sia in tempo ad agiustare li conti sino à tanto, che le carte da darsi non saranno leuate, fuori che le partite delle Sequenze, che si conteranno in Tauola, quali si douranno agiustare auanti sij coperta la prima mano di carte, altrimenti coperta detta prima mano di carte che si giocaranno, non sij più in tempo; Come non possi segnare li punti quando sarà coperta detta prima mano di Carte.

22 Chi mostrerà carte pregiudiziali, come Carte della Granda, Rè, e Regine, et in caso, che quelle fussero giocate in Trionfo, ò carta, anche Cartaccia, respectiue[24] Superiori, non contarà, ancorche si potesse dire, che fusse


caduta inauertentemente[25] di mano.

23 Che nessuno possa giocare sopra la Carta dell'altro, sino che al primo non si è spiccata la Carta dalla mano, e non hà finito di fare il gioco, altrimenti non contarà.

24 Chi per impatienza[26], ò per discordia buttarà le Carte à Monte in principio di gioco, perderà partite n.° 200, et auendo fatto almeno una sola uolta presa, partite n.° 100.

25 Chi schianterà le Carte, prima che siano cauate, le pagarà.

Fine

Auuertimento al Cap: XII

E' molto tempo, che non si gioca più à uincere tante partite, quante sono quelle, che si mettono in Piatto, ma si è messo in uso fare la partita in una maniera, detta à tutto andare, che uuol dire, pagare quella moneta, che si è conuenuto per le onoranze, che sono li 500, 600, 700 & frà li quatro Giocatori; E chi delle parti è il primo ad arriuare à mettere in Piatto 150 partite, in ragione di 25 punti l'una, uince il gioco, e si dice, auer uinto la Partita, e si commincia gioco, ouero Partita nuoua. Per esempio, si conuiene trà le parti di giocare d'un Paolo à tutt'andare, chi arriua à fare 500 punti, ne uince uno, chi 600 due, chi 700 trè, chi ottocento quatro, chi 900 cinque. Chi il primo ad arriuare à mettere 150 partite nel Piatto un altro, purchè li contrarij abbino in Piatto [54] almeno 75 partite, e non arriuando à 75, se ne uince due, e si dice uincere il gioco doppio, e non auendo alcuna partita nel Tondo, dicesi non essere in Tondo, e se ne uince un altro. Chi dà un Marcio senza segnar punti fà 917 punti, e 6 dell'ultimo, che sono 923, e se ne uince un altro, se auessero almeno 80 punti segnati, sarebbe un Marcio di Mille, e se ne uince un altro, se ne auessero de segnati 180, sarebbe 1100, e ne uincerebbe un altro. Che uuol dire 500 uno, 600 due, 700 trè, 800 quatro, 900 cinque, 1000 sei, 1100 sette, col Marcio 8 il gioco uinto 9, non essendo fuori del doppio 10, e finalmente non essendo in Piatto 11.

Auuertimento al Cap: XII[27]

Questo Capitolo più non s'osserua al presente, e solamente si fà rifidare quando si mostrano, ò cadono sùlla[28] Tauola Tarrocchi d.e Carte da cinque, Regine, ò pure il Sole, ò la Luna, Stella, e Saetta.

Auuertimento al Cap: XVIII


Nemeno questo Capitolo più s'osserua, e per tutto oue si gioca à tarocchino si puol parlare ad ogni carta, che si gioca, e far sapere al compagno il uostro gioco, purchè si facci nel tempo stesso che si butta la carta sù la Tauola; per esempio, se hà quatro Trionfi, al primo trionfo, che gioca, può dire: Meno della parte, ò pure: Me ne restano. Se ne auesse cinque, può dire: Piccola parte, ò pure: Particina. Se ne auesse sei, può dire: La buona parte; Se ne auesse sette, può dire: Più della parte. Se ne auesse otto, può dire: Ne hò assai, ouero Molti. Se ne auesse noue, può dire: Sfondo. Se ne auesse dieci, già si mettono in Tauola nell'accuso per godere del priuilegio delle Partite, che uanno in Piatto, et il Compagno all'ora si deue mettere à memoria li Trionfi accusati, così auendo una carta sola di una Sequenza può dire: Non ne hò più; auendone due, può dire: stricco; auendone trè, dire: striccando; auendone quatro, dire Me ne restano; auendone cinque, ò sei, dire: Sfondo, ò pure: sino à domani. Può ancora [54v] quando hà la presa ò ne Trionfi, ò nelle Sequenze dire: Batto, et auendo una sottobattuta, per esempio il Mondo, ed'una Regina può dire: Batto indietro. Trouandosi una battuta di Trionfo in mano, et essendo in presa, cioè che stia al suo Compagno à giocare, può farglielo sapere con dire: Per un piccolo la seruo. Quando auesse cinque, ò sei carte d'una Sequenza in mano, e che dubitasse, che li Contrarij non auessero di quella Sequenza, può dire (in giocando una Carta, che non sij il Rè) batto quì in mezzo. Se auesse molti Trionfi, può dire: La tiri de Trionfi, e uuol dire, che giochi un Trionfo, ma che non sij il più bello, che si hà in mano. Quando non si hà Rè, può dire: ne giochi delle cattiue, e quando si hà de Rè, può dire: ne giochi delle buone. Quando hà il Bagattino, e che hà pochi trionfi, e che dubita di perderlo, lo puol far sapere al compagno al primo Trionfo, che gioca, col dirli: Tiro à me, ò tirar la carta indietro. Quando si hà il Sole si dice: indietro, indietro; Quando si hà la Luna, ò la Stella, si dice: in un Cantone, ò pure: in là, in là. E forse si puol fare altri giochi, che per dirla, sono tutti abusi.

Auuertimento al Cap: XX

Il compagno di quello, che distribuisce le Carte, quando li due contrarij hanno detto à Monte, può far gioco, e parlare secondo l'uso moderno, cioè può dire: Hò cattiuo, hò cinque cartaccie; se hà un Tarrocco, può dire: Vna goccia; Se un Rè dire: una goccia, ò pure un Pellegrino, ed'un Romito; se hà una Regina dire: una Stanella; se trè Trionfi dire sono in trè, ò pure hò una regola; auendo un Rè, e due Trionfi dire: regola; se un Trionfo della Granda dire: hò un Trionfo, che rifida[29], se l'Angelo dire: le dij bene; alle uolte ancora si mostrano, auuertendo, che se facesse uedere carte da cinque, Regine, Trionfi della Granda, ò pure carte, che segnassero punti, benchè fussero trè Assi, è rifidato. Vi sono alcuni, che auendo due Rè, dicono: hò l'Arlia, ma è grande abuso da non tolerarsi, come anche il dire la bugia, quando si hà quattro [55] Trionfi, e mostrare quatro carte d'una Sequenza, benchè fussero Cartaccie. Quando auesse sei carte, benchè fussero ottime, dire le tiri uia assolutamente, ma se li contrarij se n'accorgono, fanno rifidare &.

Dell'Ocche[30] Cap: XXI

Giocando in partita si può accordare di fare un altro gioco, detto all'Ocche, e uuol dire, pagare ciò, che si è conuenuto à chi hà carte, che godono l'onoranza di mettere in Piatto 10 partite, le quali uengono communemente dette: Oca; per esempio, chi hà trè Mori, è un Oca, chi quatro due. Chi hà de Rè, Tarocchi, trè, e più Sequenze, dieci ò più Trionfi, dieci ò più Cartaccie, chi è senza Trionfi; In somma tante Oche uanno in Piatto, tante monete si uince del ualore concordato.

Fine.

Trascrizione terminata il 15 maggio 2000.

Lorenzo Cuppi


[1]        Errore per aggiungere.

[2]        Dubbio. Vi è forse l'abbreviazione di numerazione?

[3]        Sic.

[4]        Mancare di quella fede, e promessa fatta.

[5]        Dittografia giustificata dall'andare a capo.

[6]        Forse è errato, sia per via della sottolineatura, sia perché il Pisarri sottolinea che era 20.

[7]        Probabilmente è caduto dalla copiatura: ne in genere,. Cf. struttura duale del brano e Dubbi su questo capitolo.

[8]        Errore per disgrazia: cf. successivi utilizzi del termine.

[9]        Probabilmente errore per brauandolo, cioè sgridandolo, minacciandolo.

[10]        Il testo è molto corrotto.

[11]        Scritto due volte, ma la prima è molto macchiato.

[12]        Sic.

[13]        La prima gamba della n è puntata.

[14]        Sic.

[15]        Potrebbe essere caduto un fusse.

[16]        Errore dell'archetipo o del copista per quantità.

[17]        L'unica volta che è segnata la virgola dopo dubio.

[18]        Di lettura incerta.

[19]        Errore per le.

[20]        Probabilmente abbreviazione di detto.

[21]        Probabilmente abbreviato perché in fine di riga.

[22]        Come sopra.

[23]        Come sopra.

[24]        Grafia latineggiante; respettive: ms. 408; Bisteghi.

[25]        Sic; inavvedutamente: ms. 408; Bisteghi, Pisarri.

[26]        Grafia latineggiante.

[27]        Errore per XVII in cui si parlava della segretezza delle carte.

[28]        Insolitamente accentato.

[29]        La seconda i non è chiara.

[30]        Colla doppia.