L'arcano taglio

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Alzi la mano chi crede che i trionfi siano arcani egiziani. Sono italiani, invece, creati sessant'anni dopo l'arrivo delle carte in Europa. Sono un seme inventato di sana pianta ed innestato sul mazzo tradizionale italiano per <tagliare>, fare da briscola. I bridgisti sanno che briscola in inglese si dice <trump>, da trionfo. Questo è appunto il vero arcano dei trionfi: il taglio.

Nelle corti del primo Quattrocento, soprattutto a Ferrara, era di moda rappresentare allegoricamente per esempio la Fortuna con una ruota, o l'Amore con un carro che trascina via gli amanti, eccetera. Questi <trionfi di Fortuna> <trionfi d'Amore>, vennero traslati in un seme di valore superiore ai semi comuni.

Filippo Maria Visconti, duca di Milano dal 1412 fino alla morte del 1447, inventava nuovi giochi facendosi fare mazzi strutturati ad hoc, con icone di fantasia. I suoi Tarocchi sono del 1441.

Alla corte di Ferrara del 1442 si ordinavano carte de trionfi, e carticelle da trionfi. A Bologna la prima segnalazione è del 1457.

Tre sono i mazzi di tarocchi, nati più o meno negli stessi anni Trenta del Quattrocento: quelli di Ferrara, di Milano e di Bologna. Nei tre mazzi ci sono gli stessi ventidue trionfi, il che garantisce della loro unica origine, ma disegnati e ordinati gerarchicamente in modo affatto diverso. La primogenitura potrebbe essere ferrarese, in quanto i contenuti e gli stilemi dei trionfi ben corrispondono alla moda espressiva di quel periodo in quella corte, ma anche l'inventiva ludica del duca Filippo Maria Visconti di Milano potrebbe esserne responsabile.

L'originalità della tradizione di Bologna fa granire l'ipotesi di essere stata lei la madre dell'invenzione, subito recepita e superbamente reinterpretata dagli artisti delle corti opulente.

Il mazzo bolognese dei tarocchi è dunque uno dei tre primigenii. Mi strabilia che in mezzo millennio non sia mutato2, che le icone siano le stesse , che i punti siano gli stessi3. Si rispondeva al seme d'attacco, se no si tagliava. L'ordine di presa dei trionfi è immutato, è il classico ordine bolognese, padre di tante varianti di tarocchi nate e scomparse in posti lontani. Insomma, se mi trovassi nella Bologna del 1450, potrei giocare a trionfi in qualsiasi taverna. La mia maggiore difficoltà, abituato come sono a giocare con trionfi numerati, sarebbe di decidere se il Vecchio prende sulla Ruota.

I tarocchi erano frequentatissimi dagli intellettuali italiani del Rinascimento, ed emigrarono per tutta Europa. Oggi in Italia sopravvivono in alcune località siciliane coi mazzi nati nel Seicento, ed in Piemonte con il mazzo traslato dal provenzale figlio del milanese. I tarocchi bolognesi sono l'unico mazzo di tarocchi rimasto vivo nella sua località d'origine, initerottamente da cinquecentocinquant'anni.