Trionfi appropriati

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Il periodo d'oro del Tarocchino comincia verso la metà del Seicento. Nel 1664 i Bentivoglio commissionarono a Giuseppe Maria Mitelli uno splendido mazzo. I Fibbia Castracani si proclamarono discendenti dell'inventore del gioco. Gli intelletuali e gli editori gareggiarono nel produrre mazzi con dissertazioni culturali. Si scrissero trionfi appropriati, composizioni nelle quali gentildonne e canonici venivano identificati con i trionfi del Tarocchino. E' un entusiasmo che sembra ripetere quello delle classi alte rinascimentali d'un secolo prima, rinnovato in una città che pure era stata fonte primigenia dei tarocchi quattrocenteschi.

E' la prova che i tarocchi bolognesi, antichi tanto da non ricordarne la nascita, erano rinati grazie alla nuova brillante variante di gioco. Tanto brillante che la giochiamo ancora dopo trecentocinquant'anni!

C'erano dei modi per mandare a memoria la scala dei trionfi? Franco Pratesi ha trovato un sonetto seicentesco, una allegoria sulla storia dell'ungherese Michele Techeli (Imre Tokoli), che, proclamato re d'Ungheria dai turchi, si era convertito all'Islam, aveva rinnegato il Sacro Romano Impero e si era alleato con il Sultano nell'assedio di Vienna nel 1682.