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Nell'inverno del 1978, vaneggiando nottetempo col
signor Bonaventura sulle improbabili orme del Corrierino dei Piccoli,
buttammo giù una sessantina di storie. Alcuni giovani intraprendenti
dell'allora Arsenale cooperativa di Venezia (oggi prestigiosa casa editrice
di libri d'arte, storia e architettura), dopo averle occasionalmente
viste, ci proposero di pubblicarle nella nuova collana di fumetti che
stavano varando. Non ce lo lasciammo ripetere due volte e in quattro
e quattr'otto scegliemmo le 28 storie destinate alla tipografia. Tra
una faccenda e l'altra, le tremila copie di Capre & Cavoli videro la
luce solo nell'aprile del 1980. In libreria però, praticamente non arrivarono
mai. Un po' per la comprensibile mancanza di stimoli da parte di chi
doveva distribuirle, e un po' per il netto rifiuto opposto dalle poche
librerie cui furono proposte. <E' una cosa veramente strana _ ci
disse la ragazza che tentava di promuoverle _ sappiate che molti librai
non le vogliono neppure in conto resa. Ma in conto resa accettano anche
le tesi di laurea? E questa cosa, proprio non me la spiego>. Anziché
mortificarci, trovammo la situazione divertente. Le ragioni del rifiuto
potevano essere tante e validissime, ma non c'interessavano; perché
eravamo già paghi del fatto di vedere la nostra scellerata prole scorrazzare
in un vero e proprio album a fumetti. E per di più a colori. Così lo
regalammo ad amici e conoscenti. Poco tempo dopo, quelli che avevano
bimbi dai due agli otto anni, iniziarono a riferirci le reazioni e le
interpretazioni dei nostri primi e piccoli lettori. Una bimba di Mestre
si affezionò a tal punto alla Pecora eccitante, che per lei era un barboncino,
da costringere la sua tata a leggergliela più volte al giorno. Il Grande
pentolone che sta in mezzo alla nazione, per un bimbo di Bologna si
trovava in Umbria. Un alunno di terza elementare portò in classe il
fumetto e fu aspramente redarguito dalla maestra. Due sorelline affrescarono
la loro stanza con cocomeri olandesi, cipolle di Tropea, scope siciliane
e pantofole in mutande. Altri impararono intere storie a memoria. Un
caro amico, uomo di rara sensibilità e ironia, grande e compianto disegnatore,
ci propose di presentare Capre & Cavoli in un'importante rassegna editoriale
per ragazzi. Prima però avremmo dovuto scrivere una specie di relazione
in cui risultassero chiari questi due aspetti: l'attrazione e l'attaccamento
che i bambini mostravano per l'album. Dopodiché gli esperti avrebbero
dovuto verificare le nostre affermazioni. Lui le aveva già sperimentate
con i suoi due figli. Ma l'operazione apparì troppo macchinosa, vinse
la pigrizia e non se ne fece nulla. Nell'inverno dell'Ottantuno, nuovamente
mossi da stravaganti fantasie notturne, imbastimmo e cucinammo sei nuove
storie; questa volta strutturate secondo le regole e con un maggior
numero di tavole, non più 6 come in Capre & Cavoli, ma dalle 12 alle
20. Abbiamo così veleggiato per omerici mari sulla scia dell'Asino di
Troia, per poi danzar nel music hall tra le note di Sette prugne per
Sette piselli. Quindi, seguendo le tracce dell'Orso e la Gallina folgorati
da un colpo di fulmine, ci siamo spinti fino a Riccione. A Parigi, contagiati
da voyeurismo, abbiamo spiato le tresche di un coniglio a luci rosse.
A Venezia, tra biennale e carnevale, siam finiti in mezzo a una love
story tra due bestie intellettuali.Infine, abbiamo dovuto fare i conti
con uno scabroso triangolo agreste, tra un setter, una scrofa e una
capretta.
Cordialità Giulio Predieri & Vittorio Renzi Data, senza località, di quando andremo in onda |
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